Durante il Giubileo una mostra espone reperti cartografici dell’Agenzia delle Entrate tra cui il capolavoro del Geometra più importante della storia della professione
In occasione del Giubileo straordinario aperto a Roma lo scorso 8 dicembre, è stata inaugurata la mostra “Roma, fra mappe e medaglie“: un percorso espositivo che racconta la trasformazione urbanistica della città eterna nel corso dei secoli attraverso il filtro speciale delle medaglie antiche coniate nei vari Giubilei del passato.
Insieme alle medaglie, la mostra offre straordinari reperti cartografici, selezionati dal Settore Territorio dell’Agenzia delle Entrate, la cui datazione parte dalla metà del XVI secolo e arriva ai giorni nostri. In questo contesto il ‘pezzo forte’ è la “nuova pianta” di Roma elaborata dal Geometra Giovan Battista Nolli nel 1736 e pubblicata nel 1748. Considerata uno dei capolavori assoluti non solo della cartografia storica ma dell’intera cultura italiana, la mappa è un reperto preziosissimo di quella esplosione dei lumi che nel periodo tra il 1730 e il 1750 vide proprio la riflessione cartografica e geografica al centro del rinnovamento dei saperi.
La mostra è stata presentata, tra gli altri, dal direttore delle Entrate, Rossella Orlandi, e da Maurizio Savoncelli, presidente del Consiglio nazionale geometri e geometri laureati. A curarla Silvana Balbi De Caro, Direttore Scientifico del Museo della Zecca di Roma, e Flavio Celestino Ferrante, Capo Settore Servizi Cartografici, Direzione Centrale del Catasto dell’Agenzia delle Entrate. Sostengono il progetto anche Fondazione geometri italiani e Geoweb.
Nato a Valle Intelvi nel 1701 e morto a Roma nel 1756, Giovan Battista Nolli è considerato il più grande Geometra Italiano di ogni tempo: attivo da giovane al catasto milanese voluto dall’imperatore Carlo VI (il primo catasto geometrico-particellare europeo), si stabilisce in seguito a Roma, dove esegue il primo rilevamento moderno di tutta la città, pubblicando nel 1748 la straordinaria Nuova Pianta di Roma, una delle più grandiose operazioni di cartografia urbana nell’Europa del Settecento, a cui collaborano i principali scienziati, intellettuali, artisti e architetti dell’epoca.
Il grandioso progetto di rilevamento dell’intera Roma nasce nel 1736 come ambizioso programma enciclopedico di pianta dell’Urbe antica e moderna, promosso da una società di intellettuali delle corti dei cardinali Corsini e Albani. Forte dell’esperienza del catasto milanese, Nolli portò a Roma una rinnovata concezione di planimetria urbana, svincolando l’immagine della città barocca dal prototipo della “veduta” per promuovere una più moderna concezione del valore della misurazione come dato planimetrico certo, ottenuto con l’applicazione di metodologie rinnovate nelle tecniche e negli strumenti, secondo criteri scientificamente ineccepibili.
Un’immagine della mostra romana.
La Nuova Pianta di Roma rinnova radicalmente l’immagine della città e si pone alla base di tutte le successive elaborazioni planimetriche e catastali, fino all’inizio dell’età contemporanea. Il rilievo del tessuto urbano all’interno delle mura, con la planimetria di tutte le più di 300 chiese, fu terminato in circa due anni; venne poi tradotto in una incisione di grandi dimensioni, formata dall’unione di 12 fogli, completata da indici esaustivi di chiese, oratori, conventi, palazzi pubblici e privati, strade, antichità.
Nella cornice decorativa si affrontano, in armonia di intenti, la rappresentazione di Roma antica e di Roma moderna, unite nella celebrazione dei fasti della città contemporanea. La pubblicazione nel 1748 fu un immediato e duraturo successo.
La Nuova Pianta di Roma si diffonde nelle principali collezioni, musei e biblioteche in Italia e in Europa, divenendo l’icona celebrata, nell’esatta resa planimetrica, nella ricchezza informativa, della simbologia e delle didascalie, della complessa realtà della città nella sua stratificazione storica. La raffinatezza del segno grafico e la sua chiarezza cristallina hanno continuato ad affascinare la cultura occidentale, decretando la fortuna e l’influenza sulla progettazione urbana fino ai nostri giorni